La missione possibile affidata dal Presidente della Repubblica a Mario Monti è recuperare fiducia per ridare all’Italia la perduta credibilità. Per fare ciò il nuovo Presidente del Consiglio incaricato costituirà un governo di tecnici di comprovata competenza ed esperienza europea, al quale affidare il compito di varare le necessarie misure di risanamento finanziario e le riforme economiche per lo sviluppo.
Così come per liberarci dall’incubo berlusconiano abbiamo avuto bisogno dell’intervento diretto dell’Europa, ora per scongiurare il rischio del fallimento e ristabilire condizioni economiche positive abbiamo bisogno di personale esterno alla politica.
Le prime parole del nuovo premier mostrano consapevolezza della situazione. Tuttavia, il vero problema non è se e per quanto tempo il nuovo governo dei tecnici sarà in grado di riacquistare la fiducia, bensì come tale fiducia potrà essere rinnovata e mantenuta dal nuovo governo dei politici che verrà, la IIIa Repubblica.
Possiamo immaginare, dopo la cura Monti dei prossimi mesi, un governo eletto nel 2013 composto da una combinazione di figure politiche, sia di maggioranza che di opposizione, quali quelle che oggi siedono al Parlamento?
L’ imbarazzo delle sinistre di fronte alle annunciate misure economiche e le rancorose esternazioni delle destre dopo l’ inettitudine mostrata dal governo Berlusconi non fanno, per ora, presagire nulla di buono. Forse si dovrà sperare nel processo di “rottamazione” avviato da certe componenti della sinistra, forse nella costituzione del terzo polo come nuovo “centro” o forse in una riedizione del “berlusconismo” senza Berlusconi …
Penso, invece, che si dovrebbe considerare con attenzione l’ opportunità che il nuovo governo ci mostrerà, fungendo da nuovo attrattore per l’avvio di una politica di caratura internazionale, europea e mondiale. In altre parole, si tratta di vedere il “governo tecnico di Mario Monti” come una sperimentazione che ci permetta di individuare una nuova classe dirigente del Paese, composta da figure prestigiose sul piano tecnico e istituzionale, da affiancare a nuove figure politiche che siano selezionate sui nuovi criteri e valori.