Le scelte tragiche

ReThink911.orgQuali sono le logiche di potere? Per comprenderle occorre superare i limiti delle banali analisi fondate sull’interesse economico e sulla strategia del complotto. Tali elementi sono sì reali e forti, anche perché non trasparenti, tuttavia la realtà è ben più complessa perché è stratificata. Esistono altre dimensioni che riguardano la responsabilità di coloro che nella solitudine del potere devono prendere decisioni che riguardano tutti. Nel settembre dello scorso anno è stata lanciata in molte città degli Stati Uniti ReThink911.org una campagna d’informazione volta a sottoscrivere una petizione internazionale indirizzata alle autorità americane affinché venga fatta luce con nuove indagini sui crolli delle Torri Gemelle e il WTCB7, avvenuti in seguito all’attentato terroristico del 11 settembre 2001 a New York. Le dinamiche di tali crolli, così come sono state spiegate a suo tempo dalle Autorità, verrebbero infatti messe in dubbio dalle ricerche condotte da numerosi tecnici qualificati. Rimando il lettore alla lettura dell’ampia e dettagliata documentazione disponibile sulla rete composta da dati, analisi, foto e video, mentre qui di seguito  voglio mettere in evidenza una riflessione che ne consegue e che esula dalle finalità della petizione, ammettendo per ipotesi quelle deduzioni come vere.

Quel martedì 11 settembre del 2001 le immagini del crollo delle Twin Towers sconvolsero il mondo ed alcuni di coloro che assistettero alla diretta televisiva (io tra quelli) le associarono subito a Pearl Harbor, sovrapponendo nella confusione dettata dallo  sgomento le immagini dell’attacco giapponese al porto americano che diede inizio alla guerra a quelle delle azioni disperate dei kamikaze alla sua fine. Ancora oggi a rivedere quelle immagini si prova una certa inquetitudine che dimostra quanto quella profonda ferita delle nostre coscienze, almeno quelle occidentali, non sia stata ancora sanata. E in questa convalescenza viene  insinuato il dubbio che i crolli di quegli edifici (l’attenzione in particolare viene posta sulla terza torre WTCB7) sarebbero stati provocati non dagli incendi seguiti all’urto degli aerei dei terroristi, ma da esplosioni come quelle usate per la demolizione controllata degli edifici. La ferita si riapre. Curiamoci con la ragione.

Assumiamo per vera l’ipotesi della demolizione controllata e domandiamoci cosa sarebbe accaduto se al contrario le torri fossero state lasciate bruciare. Dopo ore e giorni di agonie e angosce per l’impossibilità di soccorrere le vittime eventualmente sopravvissute sarebbero rimaste in piedi due enormi tizzoni dalle estremità annerite e fumanti, che avrebbero comunque richiesto speciali interventi con esplosivi per la loro demolizione controllata, con in più l’onere di dover agire nella massima sicurezza possibile dell’area, cosa che avrebbe per altro richiesto molto tempo e una costosa organizzazione. Tutto questo mentre il mondo avrebbe avuto sotto gli occhi e per molto tempo ancora un simbolo di libero mercato, pace e prosperità tramutato in simbolo della umiliazione subita. È come se qualcuno avesse ritenuto che fosse meglio praticare un vuoto, un Ground Zero, piuttosto che mantenere un insostenibile totem della sconfitta.

Quale morale possiamo trarre da questa tragica ipotesi?  Possiamo ritenerci soddisfatti  dalla concezione di un potere ‘cinico e corrotto’, il cui unico scopo sia quello di mantenersi, che opera sempre ed esclusivamente per conseguire interessi economici  speculativi legati al petrolio, all’edilizia (le Twin Towers erano ormai vecchie e sembra che avrebbero richiesto imponenti interventi di manutenzione in relazione all’amianto) e che mette in atto strategie politiche internazionali di potenze dominanti?  Per cambiare la realtà occorre conoscerla anche nelle sue parti meno ‘politicamente corrette’ ed uscire dal piano del puro ragionamento utilitaristico.

Possono essere qui d’aiuto le parole di Guido Calabresi e Philip Bobbitt, autori del libro Le scelte tragiche  (1977), i quali affermano nell’introduzione: “Non possiamo comprendere le ragioni per le quali il mondo soffre, ma possiamo invece capire il modo in cui il mondo stabilisce che le sofferenze ricadano su alcune persone piuttosto che su altre. Mentre il mondo permette che siano scelti coloro che sono destinati a soffrire, qualche cosa al di là della loro agonia si guadagna, qualcosa che va al di là del puro soddisfacimento delle necessità e dei desideri del mondo stesso. È nel fare le scelte che le società stabili conservano o distruggono quei valori che proprio la sofferenza e la necessità mettono in evidenza. Le diverse società emergono attraverso i valori sacrificati, non meno che attraverso quelli conservati a prezzo altissimo; é così che possono essere comprese le caratteristiche di una società.”  

Alla fin fine, tuttavia, di fronte alla rapidità della supposta ‘scelta tragica’ rimane un dubbio: quando sarebbero state deposte le cariche di esplosivo? E ancor più in generale mi chiedo se la progettazione di un grattacielo contempli anche la sua demolizione.

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