Se l’espressione della sovranità popolare è indice di democrazia, se democrazia è partecipazione, allora i risultati elettorali andrebbero valutati considerando le percentuali calcolate rispetto agli aventi diritto al voto e non soltanto ai votanti. I valori “legali” dei risultati elettorali calcolati secondo regola decidono il vincitore, ma quelli “reali” che tengono conto dei partecipanti indicano il peso della volontà popolare. La cultura dei commentatori politici del voto non supera, nelle maggioranza dei casi, il livello d’ignoranza delle statistiche alla Trilussa. La statistica, si sa, è materia difficile e pressochè sconosciuta, ma la politica-marketing nella sua comunicazione da regime ha imbonito le masse condizionandole a percepire la realtà nei termini sondaggistici di “campione rappresentativo” o “trend”, intorbidendo le acque con il ricorso all’uso semplificativo quanto ingannevole dei valori percentuali piuttosto che dei valori assoluti.
Accade così che dopo aver rilevato in queste ultime elezioni complessivamente in tutte le Regioni il 53,90% dei votanti (in altri termini ha votato poco più della metà degli aventi diritto al voto secondo la Costituzione, ma le elevate percentuali di votanti nell’era della cd Prima Repubblica non erano ritenute indice della maturità politico democratica degli italiani rispetto alle altre democrazie occidentali?) tutti si lanciano nelle più stravaganti analisi delle percentuali di voto raggiunti dai candidati e dalle varie formazioni politiche, con l’ambizione di rappresentare la realtà politica e cercare ragioni per cantar vittoria..
La seguente tabella (in corso di aggiornamento in base ai dati del Ministero degli Interni) illustra invece un altro modo di descrivere tale realtà, che sarebbe opportuno avere presente quando si parla di democrazia, di sovranità popolare, di volontà popolare e di rappresentanza.
Regione |
Partecipazione al voto (%) |
Candidato vincente |
Voti ottenuti rispetto ai votanti (%) (valore legale del voto) |
Voti ottenuti rispetto agli aventi diritto (%) (valore reale del voto) |
Campania |
51,92 |
De Luca |
41,04 |
21,30 |
Liguria |
50,68 |
Toti |
34,44 |
17,40 |
Veneto |
57,15 |
Zaia |
50,09 |
28,60 |
Umbria |
55,42 |
Marini |
42,78 |
23,70 |
Marche |
in corso di aggiornamento | |||
Puglia |
in corso di aggiornamento | |||
Toscana |
in corso di aggiornamento |
In conclusione, si constata che nelle quattro Regioni indicate (nelle rimanti tre Regioni è verosimile attendersi risultati equivalenti) i loro Governatori sono stati eletti “mediamente” da poco più di 1/5 della popolazione avente diritto al voto: volontà della maggioranza o dittatura della minoranza?