La democrazia burocratica

images-2Che la condizione femminile in Italia sia un’emergenza è un fatto, ma che essa venga ridotta ad una rivendicazione femminile è un fatto ancor più grave.  In un paese dove le donne hanno potuto votare per la prima volta nel 1947 la parità di genere viene trattata come una parità di bilancio: ci si obbliga ad equiparare i diritti tra uomini e donne con l’aritmetica della partita doppia del dare e avere. E adesso tocca alle quote rosa: alternanza uomo-donna, alternanza dei capilista, 40% capilista alle donne.

Se la democrazia italiana appare incompiuta e con forti segnali di crisi, quali sfiducia nelle istituzioni, astensionismo elettorale, corruzione e familismo, ciò non è dovuto solo ad un difetto di rappresentanza e non è sanabile forzandone il pareggio. I numerosi scandali nel settore politico, amministrativo pubblico e nel privato hanno mostrato come lì siano aumentati i soggetti femminili coinvolti, in una stretta correlazione col seppure basso incremento della loro ascesa ai posti di potere. Il video su Facebook che ci mostra un miserabile giornalista che tampina un Ministro della Repubblica donna insultandola ripetutamente con la tipica volgarità del ‘maschio latino’ dovrebbe essere mostrato come una pena da scontare tenendo loro aperti gli occhi con le pinze come avviene nella famosa scena del film Arancia meccanica. Non si tratta di condannare un giornalismo degradato a spazzatura o di difendere una donna vittima di una violenza, il punto è  comprendere come  il problema sia essenzialmente culturale piuttosto che economico, politico o sociale.

La classe politica italiana deve prendere atto della cultura dalla quale proviene  e nella quale ci siamo tendenzialmente tutti, maschi e femmine, formati. Inconsapevole della cultura che li contiene,  questa classe si mostra nella sua generalità come una burocrazia. Politici che gestiscono il potere, la democrazia, come fossero funzionari di un apparato, l’istituzione. Politici come burocrati della democrazia. I rimedi che essi hanno escogitato per affrontare, per esempio, il problema della rappresentanza femminile nella nuova legge elettorale sono bizantinismi con cui si vorrebbe affermare un egualitarismo, ideologia dell’uguaglianza, che invece di fondarsi sulla responsabilità e sul merito riposa  sull’ipocrisia,  nella misura in cui esauriscono il proprio compito conferendo alle regole,  le salvatrici della patria, quella morale che non hanno dentro di sé.

 

 

 

 

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