Miseria e nobiltà

Madrid, 2012
Nulla distrugge lo spirito come la miseria. Ci si può permettere di essere ricchi laddove esiste benessere, non dove esiste miseria. Quando le condizioni sociali non consentono la sopravvivenza anche solo in parte della popolazione, essere ricchi non è più un lusso, ancorché la condizione sia raggiunta per meriti, ma diviene un affronto, un’offesa, un oltraggio, un sopruso, uno sgarbo, un’insolenza.
Dove esiste miseria e disperazione (suicidi) le diseguaglianze si rendono intollerabili e la lotta contro la plutocrazia prende il nome di giustizia, non già d’invidia.
Una sottile linea rossa divide l’invidia dall’odio, l’odio nasce quando si offende la dignità. Non siamo a questo punto, ma siamo su una rapida china e se la giustizia non verrà a breve frequentata dalla legge si aprirà un vuoto esistenziale che sarà riempito prima dal rancore e poi dall’odio, un odio di classe. Nuove sanguinose avventure potrebbero allora occupare la prima pagina dei giornali, avventure di cui la dissennata politica del turbocapitalismo neoliberista si renderebbe moralmente responsabile.
Restituire sovranità agli Stati nazionali con un’alleanza di tutti i partiti e di tutti gli Stati contro l’ internazionale finanziaria è quanto mai al più presto indispensabile. Solo la cultura ci salverà.
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